Durazzo

La regione di Durazzo è composta dalla provincia di Durazzo e quella di Kruje. Durazzo si affaccia sulla costa Adriatica, mentre Kruja si arrampica e oltrepassa le montagne. La regione si estende su una superfice di 770km2 e ha per capoluogo la citta’ di Durazzo. E’ una zona meravigliosa che  grazie alla sua posizione, conformita’ del terreno e alla sua storia offre innumerevoli siti e reperti archeologici, siti di culto, paesaggi, lunghissime spiagge vellutate, lagune, catene di colline, paludi e un inestimabile fauna e flora.

La citta’ di Durrazzo

Durazzo nasce con il nome di Epidamos, come colonia corinzia nel 627 a.c, dato questo fornito da Eusebio. Prima dell’aprodo dei corciresi e corinzi, il territorio era abitato dalla tribù Ilira dei Taulanti. L’ecista fu Falio, che come da tradizione discende da una famiglia nobile corinzia. Esso è figlio di Eratoclide, discendente di Ercole.  La ragione che spinse Corcira e Corinzia alla colonizzazione della costa Adriatica, alla fondazione e alla contesa della città di Epidamno, fu prettamente economica. I greci avevano già regolari scambi di commercio con le popolazione indigene, le cui merci raggiungevano il mare Egeo, il Peloponneso, l’Atica  e la Magna Grecia. L’obbiettivo era quello di appropriarsi delle ricche miniere nell’entroterra, estendere la produzione agricola nella valle del fiume Shkumbin, accaparrarsi i prodotti della pastorizia molto sviluppata sulle montagne e impossessarsi della produzione di Iris sviluppata sulle valli di Drino e di Neretva, pianta questa usata per i profumi, prodotti di lusso molto pregiati. In ultimo, ma forse ancora più importante il possesso di Epidamnos permetteva il controllo totale del canale di Otranto, quindi il controllo di tutte le rotte dell’Adriatico,  il corridoio via terra O – E e quello N – S, che collegavano l’intera Penisola balcanica. Durante il VI sec.  a.c, l’Epidamnos diventa un vera e propria polis con  una struttura oligarchica simile a quella  delle colonie madri, dove una potente classe aristocratica greca si contrappone a quella plebea, formata  soprattutto da mercanti. Essa è all’apice del suo sviluppo e della sua ricchezza, partecipa ad alleanze politiche ed eventi panellenici come le olimpiadi di Olimpia, dove addirittura costruiscono anche un proprio Thesauro realizzato dai migliori artisti dell’epoca.  Tuccidite racconta di Epidamno come una città contesa tra i colonizzatori greci, soggetta a guerre intestine con la popolazione illirica e le popolazioni barbariche vicine.

Catullo citta la presenza in Epidamno di un miracoloso santuario di Afrodite, meta di un gran numero di peregrini.

Anfiteatro romano di Ariano

L’anfiteatro romano fù costruito durante il II sec. d.c, quando l’impero era sotto l’auge di Adriano. Ha una capacità si stima tra 15000 e 18000 spettatori. Con l’edito di Teodosio e la proibizione dei giochi di gladiatori, l’edificcio cade in disuso e in seguito  fu utilizzata come cava da cui estrare pietra per altri edifici. Nel tardo antico la parte meriodionale  dell’anfiteatro, quella anche più debole, poichè senza sostegno, era già crollata. Fine V sec e inzio VI sec, con la costruzione delle mura, l’anfiteatro fu inglobato all’interno di esse. Durante il periodo tardo- antico e alto-medievale (V – VII sec) venne allestito al suo interno un quartiere urbano, dove le gallerie furono occupate da povere abitazioni, necropoli e edifici di culto cristiano, tra cui la cappella funeraria di S. Stefano e un altra di fronte nella parte orientale. La cappella di Santo Stefano, fu abbellita con mosaici nel IX sec, periodo in cui l’anfiteatro era trasformato in centro religioso e funerario. Essa conteneva un sarcofago, una tomba con due corpi e un ossuario.  Venne rinvenuto anche una fornace per la produzione di ceramiche posta nella parte sud-est, dove prima nel VIII sec l’area fu spianata e costruito un lungo muro divisore che nel  tempo ha perso la sua funzione. Fu rinvenuto nella parte meridionale un sepolcro di  donna del  950. Essa portava orecchini ad anello in bronzo, un anello in ferro e una moneta in bocca.

Bagni romani 

La struttura risale al II sec. d.c

Macellum bizantino

Fu scoperto nel 1978 dietro il teatro Aleksander Moisiu . Piazza circolare porticata e pavimentata in lastre di marmo proconnesio. Oggi si trova a una profondità di 2.70mt dal  manto stradale. I forum assomiglia al forum circolare di Costantino a Costantinopoli. La piazza è stata realizzata al fine del V sec. dall’imperatore Anastasio I di Durazzo, che a scopo politico intraprese una sere id edificazioni in città. Qui si trovano anche due botteghe. Il forum ha smesso di funzionare nel VII d.c e trasformato in cimitero ed è crollato nel IX – X sec.

Chiesa dei mosaici

Piccola chiesa cristiana costruita nel IX sec di cui le pareti furono abbellite interamente in mosaico.

La Bella di Durazzo

Fu creato durante il IV sec a.c ed è conservato al museo storico nazionale a Tirana. 

Fu scoperto dall’archeologo austriaco Praschniker durante il periodo dei studi archeologici svolti a Durazzo negli anni  1915 – 1918. Il  mosaico fu rinvenuto ad una centinaia di metri a nord della Piazza Liria, dove si sviluppava  l’antica città, e ad una profondità di  5 mt. In seguito il mosaico fu ricoperto affiche venisse protetto. Fu dissepellito e distaccato soltanto dopo la II guerra mondiale. Il mosaico era realizzato in ciottoli ed abbelliva un ambiente curvilineo, probabilmente una vasca da bagno. 

Le mura romane

Ricostruite ed ampliate in età romana, le mura circondavano la città. Oggi sopravvive solo un terzo dell’intera infrastruttura.

Fine V sec e inzio VI sec. vengono erette le mura che inglobano all’interno l’afiteatro romano. 

il lungo marre di Currila,

Il lungo mare di Vollga,

la residenza di Re Zogu,

Il corso principale,

la piazza del teatro.  

Museo Archeologico di Durazzo
Il museo Archeologico di Durazzo fu fondato nel 1951 per volonta dell’archeologo Vangjel Toci, con lo scopo di raccogliere e studiare i reperti archeologici rinvenuti nel territorio dai scavi del dopo guerra. Esso si trova in Via Taulantia, antica via romana. Il museo è in espansione continuta, inquanto scavi sistematici nella città di Durazzo riportano alla luce inesauribilmente statue, colone, vasi, monete, gioielli, utensili e quant’altro. Attualmente, dopo il suo ultimo restauro nel 2002, esso è il più grande museo archologico in Albania. Il museo è composto da due aree, quella all’aperto, cioè i giardini ed i portici dove sono esposti gli oggetti di grandi dimensioni come collone e statue in marmo o pietra e la parte interna dove i reperti archeologici sono configurati in gallerie tematiche.

  • Statua di Tellus, è una statu acefale realizzata in marmo pentelico, lo stesso usato per la realizzazione di Parthenone di Acropoli. La statua rappresenta una dea seduta sul trono con in grembo due genietti infantili e frutti di melograno, uva e bocce di papavero. La statua ricorda inevitabilmente l’icona di Saturnia Tellus di Ara Pacis. L’opera risale al II sec d.c, epoca dell’imperatore Traiano. 

Museo della Tradizione e della Cultura
Il museo della Tradizione e della Cultura è situato in centro della città di Durrazzo, nei pressi dell’Anfiteatro. Il museo è stato allestito nella casa del XIX sec, del famoso attore Aleksander Moisiu. Durazzo, costruita nella seconda metà del XIX secol. Le sale e le camere sono arredate in stile tradizionale, sugli mobili e alle pareti sono esposti oggetti antichi ed artigianali, costumi popolari, strumenti musicali, vecchi utensili di casa e altra oggettistica.

Case vacanze Albania XT3                 Sud Albania                Fuori strada in Albania               http://viaggiareinalbania.altervista.org/capodanno-in-camper-in-albania/

Case Vacanze               Trekking & Hiking            Fuori Strada 4X4            Tour in Camper

La città di Kruja

A nord-est di Durrazzo, sulla facciata del monte, e’ sita la vecchia citta’ ottomana di Kruje. Qui, dal castello restrutturato di Skenderbeg avrete una vista immensa su tutta la laguna di Lezhe fino al  mare. Un giro nel mercato dell’anticuariato vi offrira’ l’opportunita’ di tenere tra le mani vecchi costumi tradizionali cosi’ come tanti utensili e oggetti antichi.

Museo Nazionale di Gjergj Kastriot Skenderbeg
Il Museo Nazionale di Gjergj Kastriot Skenderbeg fu istituito nel 1982 all’interno della mura della vecchia fortezza di Kruja. Ricordiamo che Kruja oltre ad essere stata la capitale della nazione Arberesh è anche un simbolo della ressurezione contro l’impero ottomano durante il XIV ed il XV secolo. Le diverse sale del museo hanno come tema il primo medioevo, l’epoca del principato albanese, l’invasione ottomana e le lotte della resistenza albanese. A queste seguono l’esposita delle fortezze del medioevo, l’ufficio e la libreria di Skenderbeg, la sala dei principi e la pinacoteca.

Museo Nazionale Etnografico
Il Museo Nazionale Etnografico è stato allestito nel 1989 in una tipica casa del 1764. Questo carateristico podere di 15 camere offre un panorama esaustiva del modo di vivere, dei usi e costumi dell’Albania nei ultimi 500 anni. Le stanze sono arredate nei dettagli con mobili, tapeti, tende e sopramobili tradizionali, apese alle mura o esposte nelle vetrine troviamo abbigliamento folcloristico, antichi strumenti musicali, utensili di cucina, strumenti ed attrezzi secolari perfettamente funzionanti e altri prodotti come gioielli tradizionali in metalli e pietre preziose, ricordiamo qui i capolavori in filigrana d’argento e i arzigogolati ricami con filo d’oro sul petto degli abiti cerimoniali.

 

La più antica delle epigrafi di Epidamno, data  510 a.C.

Epidamno è menzionata in una iscrizione epigrafica su una ex sacra, datata attorno al 500 a.c e rinvenuta ad Olimpia. Su di essa sono  incise le regole della visita del santuario e la provenienza dei peregrini.  

Nel III sec. a.c Epidamno viene citato nel catalogo dei Thearodokoi di Delfi.
tardi nel catalogo dei thearodokoi di Deli13 di ine III sec. a.C., vedeva in Epidamnos/Dyrrachion il conine settentrionale
del mondo greco.

nord della citta’, a  7 km troviamo il porto Romano che riporta ancora le vecchie mura, poi continua il golfo di Lalsi con la sua spaggia di 9km di sabbia che si estende da Bishti i Palles  alla punta di Rodoni cape. Questo percorso accessibile con strade secondarie vi offrira’ un spettacolo della natura. Durrazzo prosegue a sud con lunghe e larghe spiagge di sabbia spalleggiate inizialmente da densi boschi di palazzi, ma poi continuano i densi boschi di pini fino allo Scoglio di Kavaja, distretto questo che con la nuova divisione amministrativa e’ passato alla regione di Tirana.

https://www.albanianews.al/curiosita/guglielmo-di-wied-francobolli-albanesi